Una cosa per volta, vorrei innanzitutto mandare un gigantesco Grazie a Gallo666 che mi ha reso noto il concerto di venerdì che a breve vi descriverò e alla Erica, la cui macchina è stata più che utile vitale.
Venerdì sera inizia con una mia telefonata all'amica xx1 per informarla dell'imminente concerto, la quale ha contattato l'amica xx2 munita di mezzo a ruote che ci ha poi portati sul posto, poi ho contattato l'amico xy1 e l'amico xy2 per confermare le presenze.
Per circa le 8 riporto all'amico xy1 la bicicletta che mi ha prestato qualche giorno prima, direttamente andando con essa a casa sua, con in canna l'amica xx3, in suddetta casa abbiamo mangiato e atteso il resto del gruppo(e relativa macchina) e per circa le undici siamo partiti in vista del concerto.
Esattamente questo:

Arrivati sul posto buttiamo in macchina praticamente tutto ciò che è inutile ed entriamo.
Io sono praticamente in pantaloni, canotta e scarpe, senza NULLA in tasca se non 20 euro.
I primi 10 partono all'entrata dove ricevo in cambio un biglietto strappato e un timbro sul braccio che recita "I <3 TECHNO", vabbè, a parte questo entriamo tranquillamente.
Noto che la gente al momento è poca e propongo di sederci da qualche parte e chiacchierare bevendo magari qualcosa in attesa dell'inizio del concerto vero e proprio.
Ci accampiamo su dei carrellini in acciaio che fungono da improvvisati divanetti e io mi godo un ginlemon da 8+ che mi sfila di tasca 5 euro, la matematica ne impone altri 5 nella mia tasca.
E' quasi la una e mezzo e inizia ad accalcarsi la gente al palco, al che iniziamo anche noi a muover passo per accingerci alla ressa.
Dopo un'inutile mezz'ora di musica al limite del decente si prefila la serata, Aoki arriva e con lui la folla impazzisce totalmente, iniziano le urla.
Dieci minuti dopo attacca tutto il necessario, il primo suono che si sente non lascia scampo a nulla di vivo, un ticchettio che significa solo uno dei pezzi più massive che abbia mixato: Warp.
Basta una frazione di secondo e mi trovo a saltare e urlare come una dodicenne al suo primo concerto, non faccio in tempo a finire il primo urlo che vedo il microfono e mi dico "eccoci" niente scampo "1,2..."
Lascio una pausa di righe come dedica ad uno dei momenti penso più esaltanti dell'anno.
Basta, da li sento solo la musica, l'adrenalina, il sudore non mio, un ammasso di corpi che più che ballare pogano con una violenza veramente barbara e mi ritrovo a non capire veramente nulla, ad un certo punto si crea un pit e mi ci butto dentro almeno 4 volte prima di esaurire completamente le forze e non riuscire quasi a respirare, non ho idea di dove siano gli altri, fugaci apparizioni nella folla mi dicono che ci sono ancora ma nulla più, ad un certo punto ripesco xy1 che tenta di sopravvivere, la trascino a me e mi faccio largo tra la folla come meglio riesco verso le transenne e il palco.
Arrivo giusto in tempo, un ultimo pezzo e poi il delirio, Aoki c'ha fatto la sorpresa, si mette a cantare "Killing in the name of" dei Rage Against The Machine, inatteso e inaspettato quanto gasatissimo inizia a esaltarsi veramente una cifra, al che io dico "eccolo", prende la rincorsa e li lancia a pesce sopra la mia testa dal palco, siamo giusto in 5 o 6 che ne attutiscono il volo, mi esalto veramente troppo, è una cosa che pare stupida, insensata, poco esaltante, inutile e da tredicenni ma cazzo, una volta lì ti sembra di toccare, non so, Shangri La, la sacra sindone, una reliquia di un papa, una cosa sacra, lo riadagiamo oltre le transenne giusto in tempo.
La prima goccia che mi cade sulla spalla già mi fa immaginare una decina di bestemmie.
Le successive invece non so perchè ma mi conferiscono quell'arrendevolezza immediata e rassegnata che mi fa quasi dimenticare che stia piovendo, positivo.
Sotto la pioggia la gente dura poco, penso ai cellulari nelle loro tasche, ai documenti, alle magliette firmate e a tutti i soldi che hanno in tasca e mi scappa un sorrisetto a pensare che io avrò addosso beni pari ad un ammontare di fantasmagorici 5 euro più una canotta bianca a coste per un valore incalcolabilmente basso e pantaloni paragonabili.
Fatto sta che rimango li sotto la pioggia a pogare col centinaio di persone rimaste e quando l'interfono comunica che "Lo staff consiglia di dirigersi all'uscita" parte il coro di noi che ancora abbiamo voglia di ballare, al che Aoki stesso scende a dare la mano a noi pochi attaccati alle transenne sotto di lui, si cazzo, mi son sentito veramente in dovere.
Da li a poco tutti iniziano a correre, me compreso, verso il parcheggio, ormai sono fradicio e non ho freddo, levo quel che rimane della mia canottiera e continuo a correre a petto nudo, al che inizia la grandine, ancora non ho freddo ma l'impatto dei chicchi fa male, arrivo alla macchina fortunatamente appena dopo xx2, che apre la porta e mi salva dall'acqua, gli altri arrivano dopo pochi secondi, bagnati fradici ma con un sorriso che unisce le orecchie.
Stanchi, bagnati, soddisfatti e gasati siamo in rotta verso l'unica casa libera, dove appena entrato inizio a rendermi conto che le mie mutande, sotto i pantaloni, sono bagnate almeno quanto quelli ma dopotutto cosa cazzo me ne frega, mi addormento sul divano così come sono, non so che ore sono, se ho recuperato tutti i valori dalla macchina e se sto provocando al divano una bella macchia.
Mi sveglio per le dieci circa e con me anche xx3 e xy1, siamo dello stesso umore della della sera prima, il sorriso non se ne va e neanche la stanchezza, ma abbiamo degli impegni già presi al momento, o meglio, xx3 li ha e quindi anche noi, essendo che non ne abbiamo di nostri.
Esco di casa e sembro uscito da un cassonetto, o dal film Trainspotting, arrivo a casa, saluto i miei giusto per informarli che sono ancora vivo e integro, mi cambio e prendo le chiavi della macchina, che guiderà xy1, in assenza della mia imminente patente, usciamo e iniziamo la giornata con meta Stazione Centrale per l'acquisto di numero Un biglietto sola andata per Levanto, data 20/07/09, ovvero domani, lunedì.
L'andata non è problematica quanto il ritorno che non chiedete perchè ci porta a trovarci con la macchina in Galleria Vittorio Emanuele per ben due volte, prima di trovare la strada giusta.
Seconda tappa, dato che è quasi la una, il MacDonald, ma diamine, siamo in macchina, allora andiamo al Mac Drive, si, a CORSICO.
Si fanno le due e il prossimo acquisto è presso un negozio che prima delle tre-tre e mezzo non riaprirà, ci fermiamo un attimo a prendere fiato, arriva l'ora e concludiamo i doveri.
Torniamo a casa e ci salutiamo, dandoci appuntamento per la sera stessa.
Da quì routine semplice, la serata passata all'arco della pace (Kitschbar) passa tranquilla e opaca e stamani all'alba della una inforco la bicicletta e vado a registrare qualche pezzo nuovo di cui avrei dovuto studiare le parole a casa di Paul, Lambrate, passa la giornata ed eccomi quà.
Questo concerto me lo ricorderò, sicuro come la morte.
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