mercoledì 22 luglio 2009

Oggi, Chan-Wook Park e qualche rimpianto.

Mi sveglio male, la gola secca mi ha provocato un pochino di mal di gola, passerà col primo bicchiere della giornata mi dico.
Macchè, persiste ancora adesso, dopo 3 aspirine.
Mi sveglio per la una circa, fin troppo presto per la giornata che è stata, anzi, che non è stata.
Dopo aver mangiato ed aver espletato tutti i bisogni fisiologici compreso il controllo email realizzo che sarà una giornata vuota da subito, il cellulare non ha le solite 4-5 chiamate perse, il computer è in silenzio e riesco a sentire le ragazze dell'appartamento di fronte che chiacchierano.
Dopo poco mi trovo subito uno scopo, anzi, lo trovo al pomeriggio, una bella trilogia di pellicole e via il tempo, sempre ben speso, mi dico.

Dopo una scorsa ai titoli a disposizione nell'hard disk capito su un titolo: Mr. Vendetta.

E' fatta, la trilogia di Chan-Wook Park, la trilogia della vendetta.
Tre film diretti a due anni di distanza l'uno dall'altro, con all'interno uno staff di attori ricorrenti in tutti i capitoli, che raccontano storie non interlacciate tra loro ma hanno in comune per l'appunto il tema principale: La vendetta.
In tutti e 3 i film Park racconta una storia di vita tutt'altro che lineare e semplice ma che comunque segue uno schema: Introduzione al personaggio-Decadimento totale-Vendetta-Epilogo.

La prima parte è piuttosto varia e differenziata nei 3 film, così come la seconda, anche se comunque e sempre di una gravità tale da annullare completamente chiunquesia sano di mente, scopo che Park di prefigge per dare allo spettatore una carica ben oltre il solito film di disgrazie.
Ma il vero interesse sta nella Vendetta, improprio termine in effetti, capirete vedendo i film, ma comunque presente.
La Vendetta corrompe sempre i protagonisti, creando interessantissime introspettive e autocritica a palate, accompagnata da un senso di oppressione, rimpianto e generalmente di malinconia quasi costante, imperante.
Gli epilochi sono generalmente quanto di più inaspettato possa mai essere, non fatevi idee su niente, non sarà mai quel che pensate voi.
Quì è il vero genio di Park, non ricerca una falsa , o anche vera che sia, moralità o comunque una morale piacevole, bella da vedere o giusta, intreccia il più possibile la fine della corda.

Consiglio dunque la visione della trilogia, a cui vi riporto quì:

Mr. Vendetta (Boksuneun naui geot) (2002)

Ryu, un giovane operaio sordomuto alla disperata ricerca di denaro per consentire alla propria sorella un trapianto di rene (dopo che una banda di trafficanti di organi gli ha sottratto tutti i soldi che aveva faticosamente accumulato), decide di rapire la figlioletta di Park, il suo ex datore di lavoro, e di chiedere un riscatto.

Old Boy (Oldboy) (2003)
Il secondo titolo della "trilogia della vendetta" di Park Chan-wook è sicuramente il più popolare dei tre film, oltre che il più acclamato dalla critica.Oh Dae-su è un uomo qualunque, sposato e con una figlia. Un giorno del 1988 viene rapito del tutto inaspettatamente, senza saperne il motivo.
Viene rinchiuso in una piccola e squallida cella, dalla quale è impossibile fuggire. Dae-su distrutto fisicamente e soprattutto, solo e abbandonato, tenta il suicidio più volte e architetta un piano per scappare, il quale gli richiederà una preparazione lunga ed estenuante. Passa il tempo, quindici lunghi anni, e Dae-su non riesce minimamente a capire chi possa essere ad odiarlo a tal punto da tenerlo prigioniero senza una ragione plausibile.
Ma un giorno, inaspettatamente, viene liberato sul tetto del palazzo costruito nel luogo dove era stato rapito.

Lady Vendetta (Chinjeolhan geumjassi) (2005)

Questa volta però la vendetta è proposta da un punto di vista femminile. Dopo aver esaminato il suo io interiore, il regista infatti, si è reso conto che il sovraccarico di rabbia, odio e violenza stava diventando veleno e gli stava trasformando l'anima in una terra arida. Il regista giunge alla conclusione di dover adottare una rabbia più aggraziata, un odio raffinato e una violenza delicata. "In fin dei conti, volevo che la vendetta fosse un atto di redenzione, una vendetta effettuata da una persona che cerchi di salvarsi l'anima. Ed è così che è nato Sympathy for Lady Vengeance".
Il film racconta la storia Geum-ja, una donna che diventa il polo d'attrazione dei media dopo essere stata accusata del rapimento e dell'uccisione di un bambino. La donna, allora ventenne, confessa il reato dopo essere stata ricattata dal vero rapitore, Mr. Baek, di cui è amante. Viene così condannata a 13 anni di prigione, che sconta trasformandosi in una specie di santa: diventa una donna così buona e disponibile che presto prende l'appellativo di "dolce Geum-Ja". Frequenta la chiesa e aiuta le sue compagne di cella più anziane e deboli.

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