Mi sveglio male, la gola secca mi ha provocato un pochino di mal di gola, passerà col primo bicchiere della giornata mi dico.
Macchè, persiste ancora adesso, dopo 3 aspirine.
Mi sveglio per la una circa, fin troppo presto per la giornata che è stata, anzi, che non è stata.
Dopo aver mangiato ed aver espletato tutti i bisogni fisiologici compreso il controllo email realizzo che sarà una giornata vuota da subito, il cellulare non ha le solite 4-5 chiamate perse, il computer è in silenzio e riesco a sentire le ragazze dell'appartamento di fronte che chiacchierano.
Dopo poco mi trovo subito uno scopo, anzi, lo trovo al pomeriggio, una bella trilogia di pellicole e via il tempo, sempre ben speso, mi dico.
Dopo una scorsa ai titoli a disposizione nell'hard disk capito su un titolo: Mr. Vendetta.
E' fatta, la trilogia di Chan-Wook Park, la trilogia della vendetta.
Tre film diretti a due anni di distanza l'uno dall'altro, con all'interno uno staff di attori ricorrenti in tutti i capitoli, che raccontano storie non interlacciate tra loro ma hanno in comune per l'appunto il tema principale: La vendetta.
In tutti e 3 i film Park racconta una storia di vita tutt'altro che lineare e semplice ma che comunque segue uno schema: Introduzione al personaggio-Decadimento totale-Vendetta-Epilogo.
La prima parte è piuttosto varia e differenziata nei 3 film, così come la seconda, anche se comunque e sempre di una gravità tale da annullare completamente chiunquesia sano di mente, scopo che Park di prefigge per dare allo spettatore una carica ben oltre il solito film di disgrazie.
Ma il vero interesse sta nella Vendetta, improprio termine in effetti, capirete vedendo i film, ma comunque presente.
La Vendetta corrompe sempre i protagonisti, creando interessantissime introspettive e autocritica a palate, accompagnata da un senso di oppressione, rimpianto e generalmente di malinconia quasi costante, imperante.
Gli epilochi sono generalmente quanto di più inaspettato possa mai essere, non fatevi idee su niente, non sarà mai quel che pensate voi.
Quì è il vero genio di Park, non ricerca una falsa , o anche vera che sia, moralità o comunque una morale piacevole, bella da vedere o giusta, intreccia il più possibile la fine della corda.
Consiglio dunque la visione della trilogia, a cui vi riporto quì:
Mr. Vendetta (Boksuneun naui geot) (2002)
Ryu, un giovane operaio sordomuto alla disperata ricerca di denaro per consentire alla propria sorella un trapianto di rene (dopo che una banda di trafficanti di organi gli ha sottratto tutti i soldi che aveva faticosamente accumulato), decide di rapire la figlioletta di Park, il suo ex datore di lavoro, e di chiedere un riscatto.
Old Boy (Oldboy) (2003)
Il secondo titolo della "trilogia della vendetta" di Park Chan-wook è sicuramente il più popolare dei tre film, oltre che il più acclamato dalla critica.Oh Dae-su è un uomo qualunque, sposato e con una figlia. Un giorno del 1988 viene rapito del tutto inaspettatamente, senza saperne il motivo.
Viene rinchiuso in una piccola e squallida cella, dalla quale è impossibile fuggire. Dae-su distrutto fisicamente e soprattutto, solo e abbandonato, tenta il suicidio più volte e architetta un piano per scappare, il quale gli richiederà una preparazione lunga ed estenuante. Passa il tempo, quindici lunghi anni, e Dae-su non riesce minimamente a capire chi possa essere ad odiarlo a tal punto da tenerlo prigioniero senza una ragione plausibile.
Ma un giorno, inaspettatamente, viene liberato sul tetto del palazzo costruito nel luogo dove era stato rapito.
Lady Vendetta (Chinjeolhan geumjassi) (2005)
Questa volta però la vendetta è proposta da un punto di vista femminile. Dopo aver esaminato il suo io interiore, il regista infatti, si è reso conto che il sovraccarico di rabbia, odio e violenza stava diventando veleno e gli stava trasformando l'anima in una terra arida. Il regista giunge alla conclusione di dover adottare una rabbia più aggraziata, un odio raffinato e una violenza delicata. "In fin dei conti, volevo che la vendetta fosse un atto di redenzione, una vendetta effettuata da una persona che cerchi di salvarsi l'anima. Ed è così che è nato Sympathy for Lady Vengeance".
Il film racconta la storia Geum-ja, una donna che diventa il polo d'attrazione dei media dopo essere stata accusata del rapimento e dell'uccisione di un bambino. La donna, allora ventenne, confessa il reato dopo essere stata ricattata dal vero rapitore, Mr. Baek, di cui è amante. Viene così condannata a 13 anni di prigione, che sconta trasformandosi in una specie di santa: diventa una donna così buona e disponibile che presto prende l'appellativo di "dolce Geum-Ja". Frequenta la chiesa e aiuta le sue compagne di cella più anziane e deboli.
mercoledì 22 luglio 2009
domenica 19 luglio 2009
Questo Week-end, la pioggia e Steve Aoki.
Uh, sono passati già quasi 2 giorni dall'ultimo post, eccoci a domenica sera, unico momento in 3 giorni che posso dare al blog.
Una cosa per volta, vorrei innanzitutto mandare un gigantesco Grazie a Gallo666 che mi ha reso noto il concerto di venerdì che a breve vi descriverò e alla Erica, la cui macchina è stata più che utile vitale.
Venerdì sera inizia con una mia telefonata all'amica xx1 per informarla dell'imminente concerto, la quale ha contattato l'amica xx2 munita di mezzo a ruote che ci ha poi portati sul posto, poi ho contattato l'amico xy1 e l'amico xy2 per confermare le presenze.
Per circa le 8 riporto all'amico xy1 la bicicletta che mi ha prestato qualche giorno prima, direttamente andando con essa a casa sua, con in canna l'amica xx3, in suddetta casa abbiamo mangiato e atteso il resto del gruppo(e relativa macchina) e per circa le undici siamo partiti in vista del concerto.
Esattamente questo:

Arrivati sul posto buttiamo in macchina praticamente tutto ciò che è inutile ed entriamo.
Io sono praticamente in pantaloni, canotta e scarpe, senza NULLA in tasca se non 20 euro.
I primi 10 partono all'entrata dove ricevo in cambio un biglietto strappato e un timbro sul braccio che recita "I <3 TECHNO", vabbè, a parte questo entriamo tranquillamente.
Noto che la gente al momento è poca e propongo di sederci da qualche parte e chiacchierare bevendo magari qualcosa in attesa dell'inizio del concerto vero e proprio.
Ci accampiamo su dei carrellini in acciaio che fungono da improvvisati divanetti e io mi godo un ginlemon da 8+ che mi sfila di tasca 5 euro, la matematica ne impone altri 5 nella mia tasca.
E' quasi la una e mezzo e inizia ad accalcarsi la gente al palco, al che iniziamo anche noi a muover passo per accingerci alla ressa.
Dopo un'inutile mezz'ora di musica al limite del decente si prefila la serata, Aoki arriva e con lui la folla impazzisce totalmente, iniziano le urla.
Dieci minuti dopo attacca tutto il necessario, il primo suono che si sente non lascia scampo a nulla di vivo, un ticchettio che significa solo uno dei pezzi più massive che abbia mixato: Warp.
Basta una frazione di secondo e mi trovo a saltare e urlare come una dodicenne al suo primo concerto, non faccio in tempo a finire il primo urlo che vedo il microfono e mi dico "eccoci" niente scampo "1,2..."
Lascio una pausa di righe come dedica ad uno dei momenti penso più esaltanti dell'anno.
Basta, da li sento solo la musica, l'adrenalina, il sudore non mio, un ammasso di corpi che più che ballare pogano con una violenza veramente barbara e mi ritrovo a non capire veramente nulla, ad un certo punto si crea un pit e mi ci butto dentro almeno 4 volte prima di esaurire completamente le forze e non riuscire quasi a respirare, non ho idea di dove siano gli altri, fugaci apparizioni nella folla mi dicono che ci sono ancora ma nulla più, ad un certo punto ripesco xy1 che tenta di sopravvivere, la trascino a me e mi faccio largo tra la folla come meglio riesco verso le transenne e il palco.
Arrivo giusto in tempo, un ultimo pezzo e poi il delirio, Aoki c'ha fatto la sorpresa, si mette a cantare "Killing in the name of" dei Rage Against The Machine, inatteso e inaspettato quanto gasatissimo inizia a esaltarsi veramente una cifra, al che io dico "eccolo", prende la rincorsa e li lancia a pesce sopra la mia testa dal palco, siamo giusto in 5 o 6 che ne attutiscono il volo, mi esalto veramente troppo, è una cosa che pare stupida, insensata, poco esaltante, inutile e da tredicenni ma cazzo, una volta lì ti sembra di toccare, non so, Shangri La, la sacra sindone, una reliquia di un papa, una cosa sacra, lo riadagiamo oltre le transenne giusto in tempo.
La prima goccia che mi cade sulla spalla già mi fa immaginare una decina di bestemmie.
Le successive invece non so perchè ma mi conferiscono quell'arrendevolezza immediata e rassegnata che mi fa quasi dimenticare che stia piovendo, positivo.
Sotto la pioggia la gente dura poco, penso ai cellulari nelle loro tasche, ai documenti, alle magliette firmate e a tutti i soldi che hanno in tasca e mi scappa un sorrisetto a pensare che io avrò addosso beni pari ad un ammontare di fantasmagorici 5 euro più una canotta bianca a coste per un valore incalcolabilmente basso e pantaloni paragonabili.
Fatto sta che rimango li sotto la pioggia a pogare col centinaio di persone rimaste e quando l'interfono comunica che "Lo staff consiglia di dirigersi all'uscita" parte il coro di noi che ancora abbiamo voglia di ballare, al che Aoki stesso scende a dare la mano a noi pochi attaccati alle transenne sotto di lui, si cazzo, mi son sentito veramente in dovere.
Da li a poco tutti iniziano a correre, me compreso, verso il parcheggio, ormai sono fradicio e non ho freddo, levo quel che rimane della mia canottiera e continuo a correre a petto nudo, al che inizia la grandine, ancora non ho freddo ma l'impatto dei chicchi fa male, arrivo alla macchina fortunatamente appena dopo xx2, che apre la porta e mi salva dall'acqua, gli altri arrivano dopo pochi secondi, bagnati fradici ma con un sorriso che unisce le orecchie.
Stanchi, bagnati, soddisfatti e gasati siamo in rotta verso l'unica casa libera, dove appena entrato inizio a rendermi conto che le mie mutande, sotto i pantaloni, sono bagnate almeno quanto quelli ma dopotutto cosa cazzo me ne frega, mi addormento sul divano così come sono, non so che ore sono, se ho recuperato tutti i valori dalla macchina e se sto provocando al divano una bella macchia.
Mi sveglio per le dieci circa e con me anche xx3 e xy1, siamo dello stesso umore della della sera prima, il sorriso non se ne va e neanche la stanchezza, ma abbiamo degli impegni già presi al momento, o meglio, xx3 li ha e quindi anche noi, essendo che non ne abbiamo di nostri.
Esco di casa e sembro uscito da un cassonetto, o dal film Trainspotting, arrivo a casa, saluto i miei giusto per informarli che sono ancora vivo e integro, mi cambio e prendo le chiavi della macchina, che guiderà xy1, in assenza della mia imminente patente, usciamo e iniziamo la giornata con meta Stazione Centrale per l'acquisto di numero Un biglietto sola andata per Levanto, data 20/07/09, ovvero domani, lunedì.
L'andata non è problematica quanto il ritorno che non chiedete perchè ci porta a trovarci con la macchina in Galleria Vittorio Emanuele per ben due volte, prima di trovare la strada giusta.
Seconda tappa, dato che è quasi la una, il MacDonald, ma diamine, siamo in macchina, allora andiamo al Mac Drive, si, a CORSICO.
Si fanno le due e il prossimo acquisto è presso un negozio che prima delle tre-tre e mezzo non riaprirà, ci fermiamo un attimo a prendere fiato, arriva l'ora e concludiamo i doveri.
Torniamo a casa e ci salutiamo, dandoci appuntamento per la sera stessa.
Da quì routine semplice, la serata passata all'arco della pace (Kitschbar) passa tranquilla e opaca e stamani all'alba della una inforco la bicicletta e vado a registrare qualche pezzo nuovo di cui avrei dovuto studiare le parole a casa di Paul, Lambrate, passa la giornata ed eccomi quà.
Questo concerto me lo ricorderò, sicuro come la morte.
Una cosa per volta, vorrei innanzitutto mandare un gigantesco Grazie a Gallo666 che mi ha reso noto il concerto di venerdì che a breve vi descriverò e alla Erica, la cui macchina è stata più che utile vitale.
Venerdì sera inizia con una mia telefonata all'amica xx1 per informarla dell'imminente concerto, la quale ha contattato l'amica xx2 munita di mezzo a ruote che ci ha poi portati sul posto, poi ho contattato l'amico xy1 e l'amico xy2 per confermare le presenze.
Per circa le 8 riporto all'amico xy1 la bicicletta che mi ha prestato qualche giorno prima, direttamente andando con essa a casa sua, con in canna l'amica xx3, in suddetta casa abbiamo mangiato e atteso il resto del gruppo(e relativa macchina) e per circa le undici siamo partiti in vista del concerto.
Esattamente questo:

Arrivati sul posto buttiamo in macchina praticamente tutto ciò che è inutile ed entriamo.
Io sono praticamente in pantaloni, canotta e scarpe, senza NULLA in tasca se non 20 euro.
I primi 10 partono all'entrata dove ricevo in cambio un biglietto strappato e un timbro sul braccio che recita "I <3 TECHNO", vabbè, a parte questo entriamo tranquillamente.
Noto che la gente al momento è poca e propongo di sederci da qualche parte e chiacchierare bevendo magari qualcosa in attesa dell'inizio del concerto vero e proprio.
Ci accampiamo su dei carrellini in acciaio che fungono da improvvisati divanetti e io mi godo un ginlemon da 8+ che mi sfila di tasca 5 euro, la matematica ne impone altri 5 nella mia tasca.
E' quasi la una e mezzo e inizia ad accalcarsi la gente al palco, al che iniziamo anche noi a muover passo per accingerci alla ressa.
Dopo un'inutile mezz'ora di musica al limite del decente si prefila la serata, Aoki arriva e con lui la folla impazzisce totalmente, iniziano le urla.
Dieci minuti dopo attacca tutto il necessario, il primo suono che si sente non lascia scampo a nulla di vivo, un ticchettio che significa solo uno dei pezzi più massive che abbia mixato: Warp.
Basta una frazione di secondo e mi trovo a saltare e urlare come una dodicenne al suo primo concerto, non faccio in tempo a finire il primo urlo che vedo il microfono e mi dico "eccoci" niente scampo "1,2..."
Lascio una pausa di righe come dedica ad uno dei momenti penso più esaltanti dell'anno.
Basta, da li sento solo la musica, l'adrenalina, il sudore non mio, un ammasso di corpi che più che ballare pogano con una violenza veramente barbara e mi ritrovo a non capire veramente nulla, ad un certo punto si crea un pit e mi ci butto dentro almeno 4 volte prima di esaurire completamente le forze e non riuscire quasi a respirare, non ho idea di dove siano gli altri, fugaci apparizioni nella folla mi dicono che ci sono ancora ma nulla più, ad un certo punto ripesco xy1 che tenta di sopravvivere, la trascino a me e mi faccio largo tra la folla come meglio riesco verso le transenne e il palco.
Arrivo giusto in tempo, un ultimo pezzo e poi il delirio, Aoki c'ha fatto la sorpresa, si mette a cantare "Killing in the name of" dei Rage Against The Machine, inatteso e inaspettato quanto gasatissimo inizia a esaltarsi veramente una cifra, al che io dico "eccolo", prende la rincorsa e li lancia a pesce sopra la mia testa dal palco, siamo giusto in 5 o 6 che ne attutiscono il volo, mi esalto veramente troppo, è una cosa che pare stupida, insensata, poco esaltante, inutile e da tredicenni ma cazzo, una volta lì ti sembra di toccare, non so, Shangri La, la sacra sindone, una reliquia di un papa, una cosa sacra, lo riadagiamo oltre le transenne giusto in tempo.
La prima goccia che mi cade sulla spalla già mi fa immaginare una decina di bestemmie.
Le successive invece non so perchè ma mi conferiscono quell'arrendevolezza immediata e rassegnata che mi fa quasi dimenticare che stia piovendo, positivo.
Sotto la pioggia la gente dura poco, penso ai cellulari nelle loro tasche, ai documenti, alle magliette firmate e a tutti i soldi che hanno in tasca e mi scappa un sorrisetto a pensare che io avrò addosso beni pari ad un ammontare di fantasmagorici 5 euro più una canotta bianca a coste per un valore incalcolabilmente basso e pantaloni paragonabili.
Fatto sta che rimango li sotto la pioggia a pogare col centinaio di persone rimaste e quando l'interfono comunica che "Lo staff consiglia di dirigersi all'uscita" parte il coro di noi che ancora abbiamo voglia di ballare, al che Aoki stesso scende a dare la mano a noi pochi attaccati alle transenne sotto di lui, si cazzo, mi son sentito veramente in dovere.
Da li a poco tutti iniziano a correre, me compreso, verso il parcheggio, ormai sono fradicio e non ho freddo, levo quel che rimane della mia canottiera e continuo a correre a petto nudo, al che inizia la grandine, ancora non ho freddo ma l'impatto dei chicchi fa male, arrivo alla macchina fortunatamente appena dopo xx2, che apre la porta e mi salva dall'acqua, gli altri arrivano dopo pochi secondi, bagnati fradici ma con un sorriso che unisce le orecchie.
Stanchi, bagnati, soddisfatti e gasati siamo in rotta verso l'unica casa libera, dove appena entrato inizio a rendermi conto che le mie mutande, sotto i pantaloni, sono bagnate almeno quanto quelli ma dopotutto cosa cazzo me ne frega, mi addormento sul divano così come sono, non so che ore sono, se ho recuperato tutti i valori dalla macchina e se sto provocando al divano una bella macchia.
Mi sveglio per le dieci circa e con me anche xx3 e xy1, siamo dello stesso umore della della sera prima, il sorriso non se ne va e neanche la stanchezza, ma abbiamo degli impegni già presi al momento, o meglio, xx3 li ha e quindi anche noi, essendo che non ne abbiamo di nostri.
Esco di casa e sembro uscito da un cassonetto, o dal film Trainspotting, arrivo a casa, saluto i miei giusto per informarli che sono ancora vivo e integro, mi cambio e prendo le chiavi della macchina, che guiderà xy1, in assenza della mia imminente patente, usciamo e iniziamo la giornata con meta Stazione Centrale per l'acquisto di numero Un biglietto sola andata per Levanto, data 20/07/09, ovvero domani, lunedì.
L'andata non è problematica quanto il ritorno che non chiedete perchè ci porta a trovarci con la macchina in Galleria Vittorio Emanuele per ben due volte, prima di trovare la strada giusta.
Seconda tappa, dato che è quasi la una, il MacDonald, ma diamine, siamo in macchina, allora andiamo al Mac Drive, si, a CORSICO.
Si fanno le due e il prossimo acquisto è presso un negozio che prima delle tre-tre e mezzo non riaprirà, ci fermiamo un attimo a prendere fiato, arriva l'ora e concludiamo i doveri.
Torniamo a casa e ci salutiamo, dandoci appuntamento per la sera stessa.
Da quì routine semplice, la serata passata all'arco della pace (Kitschbar) passa tranquilla e opaca e stamani all'alba della una inforco la bicicletta e vado a registrare qualche pezzo nuovo di cui avrei dovuto studiare le parole a casa di Paul, Lambrate, passa la giornata ed eccomi quà.
Questo concerto me lo ricorderò, sicuro come la morte.
venerdì 17 luglio 2009
Oggi, il caldo e Pahlaniuk.
Sono sveglio da un paio di ore, tanto per cominciare, quindi capirete da voi che ieri sera dormire sarebbe stato troppo comodo, ho preferito leggere il libro che, per l'appunto, ho acquistato e segnalato sul blog ieri.
Ninna nanna.
Si, l'ho letto in poco più d'una giornata perchè effettivamente le sue 270 e passa pagine m'hanno riempito i vuoti d'obbligo e soprattutto l'insonnia.
Il libro in tutto e per tutto non poteva esser scritto da altri che P (lo chiamerò così, più comodo), racconta come al solito di un personaggio nel pieno della sua solitudine, traumi, problemi e noia di quotidianità che, grazie al suo lavoro viene a conoscenza diuna Ninna nanna in grado di uccidere chi l'ascolta, non racconto di più dell'intreccio ovviamente ma mi soffermo sul fatto che il libro sia composto interamente da una montagna di spunti di riflessione per le cose più disparate, notevolmente apprezzabile come sempre lo stile di P che oltre a conservare uno stile grottesco, sincero e limpido allo stesso tempo, riesce a intelaiare un intreccio di personaggi estremamente caratteristico e diversificato.
I libri di P che ho letto fin'ora (5 o 6) mi hanno tutti quanti dato qualcosa, uno spunto di riflessione, una qualche convinzione nuova, un pensiero in più a cui badare etcetera, in genre più di 3 giorni non ci metto a finirli, titoli migliori direi indubbiamente Rabbia e Soffocare, anche se il primo lo reputo cinque passi avanti al secondo e ne consiglio la lettura a tutti quelli che se la sentissero in quanto uno dei libri di più difficile digestione che io abbia letto per contenuto, modalità e stesura.
Sto leggendo poco ultimamente, al massimo un paio di libri al mese, ma quando mi capita di passare di fianco allo scaffale dei thriller sotto la lettera P, un occhio lo butto sempre.
Per essere precisi per ora ho letto:
Rabbia (10/10)
Soffocare (8/10)
Fight Club (7/10)
Invisible Monsters (8/10)
Cavie (6/10)
Survivor (6/10)
e quest'ultimo, Ninna nanna (8/10).
Si, i voti penso vadano così, mi sono posto il problema dei voti solo ora e la vedo bene, contando che li ho messi tutti in un unico momento faccio più caso al confronto diretto, il che li rende sensati.
Ninna nanna.
Si, l'ho letto in poco più d'una giornata perchè effettivamente le sue 270 e passa pagine m'hanno riempito i vuoti d'obbligo e soprattutto l'insonnia.
Il libro in tutto e per tutto non poteva esser scritto da altri che P (lo chiamerò così, più comodo), racconta come al solito di un personaggio nel pieno della sua solitudine, traumi, problemi e noia di quotidianità che, grazie al suo lavoro viene a conoscenza diuna Ninna nanna in grado di uccidere chi l'ascolta, non racconto di più dell'intreccio ovviamente ma mi soffermo sul fatto che il libro sia composto interamente da una montagna di spunti di riflessione per le cose più disparate, notevolmente apprezzabile come sempre lo stile di P che oltre a conservare uno stile grottesco, sincero e limpido allo stesso tempo, riesce a intelaiare un intreccio di personaggi estremamente caratteristico e diversificato.
I libri di P che ho letto fin'ora (5 o 6) mi hanno tutti quanti dato qualcosa, uno spunto di riflessione, una qualche convinzione nuova, un pensiero in più a cui badare etcetera, in genre più di 3 giorni non ci metto a finirli, titoli migliori direi indubbiamente Rabbia e Soffocare, anche se il primo lo reputo cinque passi avanti al secondo e ne consiglio la lettura a tutti quelli che se la sentissero in quanto uno dei libri di più difficile digestione che io abbia letto per contenuto, modalità e stesura.
Sto leggendo poco ultimamente, al massimo un paio di libri al mese, ma quando mi capita di passare di fianco allo scaffale dei thriller sotto la lettera P, un occhio lo butto sempre.
Per essere precisi per ora ho letto:
Rabbia (10/10)
Soffocare (8/10)
Fight Club (7/10)
Invisible Monsters (8/10)
Cavie (6/10)
Survivor (6/10)
e quest'ultimo, Ninna nanna (8/10).
Si, i voti penso vadano così, mi sono posto il problema dei voti solo ora e la vedo bene, contando che li ho messi tutti in un unico momento faccio più caso al confronto diretto, il che li rende sensati.
giovedì 16 luglio 2009
Oggi, Palahniuk, l'acqua e gli EITS
Ah, giornata veramente calda, per iniziare male.
Bicicletta circa alla una di pomeriggio, dieci minuti dopo essermi svegliato, per la precisione, giretto da feltrinelli, acquisto di numero due libri di Palahniuk:

Che leggerò in seguito e :

Che ho iniziato subito, nel primo pomeriggio su cui non mi esprimerò prima di averne ultimato la lettura.
Detto ciò verso le tre mi contatta il solito amico in macchina che "Oh, usciamo" e così è, dopo un bel giro e annesso "Passioamo a prendere xx1, xx2, xy3 e xx4" e andiamo a prendere il gelato in Marghera, perchè diciamocelo, fa tanto radical chic ma anche un pò tempi passati e snob, siamo in macchina mica ci sprechiamo a prendere il gelato in zona, no? Fatto sta che cristosanto, cocco e limone uno più buono dell'altro e via verso il tramonto e verso casa.
Una bella sudata dati i seicento gradi all'ombra della Milano di oggi mi hanno fatto assumere quell'alone di puzzo di capra e bronx tanto zingaro che decido di farmi un bel bagno, attacco le casse, riprendo il mio bel libro e apro l'acqua, non calda, tiepida, sennò è una sofferenza.
Dopo due o tre tracce casuali di album che non ricordo parte una traccia particolarmente presa per il relax del momento:
Six Days at the bottom of the ocean - Explosions in the sky
Traccia tratta dal disco:

The Earth is Not a Cold Dead Place
Download
Album che ho ascoltato spesso solo grazie a Your Hand in mine, una traccia che per me è il post-rock, pur non essendo un patito del genere apprezzo grandemente i momenti musicali del disco, poetici e fortissimi, la rarificazione del suono in alcuni momenti alternata ad altri molto più intensamente popolati di varietà musicale e potenza di suono accompagnano l'ascoltatore verso uno stato d'animo travagliato e sofferente, angosciato, ma soprattutto emozionante.
Questo filtrato attraverso l'acqua della vasca, decido che aggiungere acqua calda sia la scelta migliore e con l'avanzare della musica la vasca inizia piano a scaldarsi, le pagine del libro scorrono, la storia va avanti, i personaggi si intrecciano, guardo l'orologio ed è passata quasi un'ora, cristo, ho i piedi bianchissimi e la pelle sovraidratata che inizia ad incartapecorirsi tutta, scendo dalla musica e dalla lettura e torno alla realtà con un asciugamano, prossimo bagno penso mi ascolterò un'altro disco loro, mi sa che ho trovato il loro posto.
Bicicletta circa alla una di pomeriggio, dieci minuti dopo essermi svegliato, per la precisione, giretto da feltrinelli, acquisto di numero due libri di Palahniuk:

Che leggerò in seguito e :

Che ho iniziato subito, nel primo pomeriggio su cui non mi esprimerò prima di averne ultimato la lettura.
Detto ciò verso le tre mi contatta il solito amico in macchina che "Oh, usciamo" e così è, dopo un bel giro e annesso "Passioamo a prendere xx1, xx2, xy3 e xx4" e andiamo a prendere il gelato in Marghera, perchè diciamocelo, fa tanto radical chic ma anche un pò tempi passati e snob, siamo in macchina mica ci sprechiamo a prendere il gelato in zona, no? Fatto sta che cristosanto, cocco e limone uno più buono dell'altro e via verso il tramonto e verso casa.
Una bella sudata dati i seicento gradi all'ombra della Milano di oggi mi hanno fatto assumere quell'alone di puzzo di capra e bronx tanto zingaro che decido di farmi un bel bagno, attacco le casse, riprendo il mio bel libro e apro l'acqua, non calda, tiepida, sennò è una sofferenza.
Dopo due o tre tracce casuali di album che non ricordo parte una traccia particolarmente presa per il relax del momento:
Six Days at the bottom of the ocean - Explosions in the sky
Traccia tratta dal disco:
The Earth is Not a Cold Dead Place
Download
Album che ho ascoltato spesso solo grazie a Your Hand in mine, una traccia che per me è il post-rock, pur non essendo un patito del genere apprezzo grandemente i momenti musicali del disco, poetici e fortissimi, la rarificazione del suono in alcuni momenti alternata ad altri molto più intensamente popolati di varietà musicale e potenza di suono accompagnano l'ascoltatore verso uno stato d'animo travagliato e sofferente, angosciato, ma soprattutto emozionante.
Questo filtrato attraverso l'acqua della vasca, decido che aggiungere acqua calda sia la scelta migliore e con l'avanzare della musica la vasca inizia piano a scaldarsi, le pagine del libro scorrono, la storia va avanti, i personaggi si intrecciano, guardo l'orologio ed è passata quasi un'ora, cristo, ho i piedi bianchissimi e la pelle sovraidratata che inizia ad incartapecorirsi tutta, scendo dalla musica e dalla lettura e torno alla realtà con un asciugamano, prossimo bagno penso mi ascolterò un'altro disco loro, mi sa che ho trovato il loro posto.
mercoledì 15 luglio 2009
Oggi e Bjork
Mh, in questi giorni ci ripensavo, particolarmente oggi.
Bjork è l'artista che più ha influito su di me fin'ora.
Musicalmente penso mi rappresenti e rappresenti ciò che vorrei la musica fosse SEMPRE, al meglio.
E' la via di mezzo tra la musica cosiddetta d'avanguardia, sperimentale, colta e apprezzata da quelli che se la vogliono godere come arte aristocratica e la musica come arte d'espressione basata sul divertimento, la musica che scrive è infatti spesso racchiusa in concept difficili da comprendere nell'insieme in quanto riesca a mescolare perfettamente il frivolo essere melodici, piacevoli e "mi muovo sulle note cazzo"con il più cupo e difficilmente interpretabile stile canoro spesso quasi cacofonico, sempre inusuale e caratteristico di Bjork.
Prendendo ad esempio il suo ultimo lavoro, Volta, bjork riesce a far convergere spiriti musicali generalmente divergenti, inserendo tracce in cui la predominante ritmica incide sui pezzi (Earth Instruders, l'opening del disco) ed affiancandole a pezzi totalmente basati interamente su un uso della voce poeticamente protratto e caldo(The Dull Flame of Desire), per poi ricadere in tracce smodate e sfrenate al limite, come Declare Indipendence.
Solo un piccolo esempio per rappresentare un artista che agisce in questo modo da una vita.
E forse oggi il mio attaccamento a lei trova giustificazione nel fatto che io ascolto così qualsiasi cosa, passando dall'electrohouse allo psychedelic black metal più lento e catartico cambia non solo lo scopo musicale ma anche il momento emozionale, Bjork convoglia tutto questo, lo rappresenta e sigilla in dischi veramente versatili sia musicalmente che emozionalmente.
Si, dovessi scegliere sarebbe indubbiamente lei.
Detto questo vi propongo l'ascolto di qualche suo lavoro, i più significativi ed incisivi a mio parere, buon ascolto:

Volta
Download
(PW Björk)

Homogenic
Download

Medulla
Download
(PW Björk)

Debut
Download
Bjork è l'artista che più ha influito su di me fin'ora.
Musicalmente penso mi rappresenti e rappresenti ciò che vorrei la musica fosse SEMPRE, al meglio.
E' la via di mezzo tra la musica cosiddetta d'avanguardia, sperimentale, colta e apprezzata da quelli che se la vogliono godere come arte aristocratica e la musica come arte d'espressione basata sul divertimento, la musica che scrive è infatti spesso racchiusa in concept difficili da comprendere nell'insieme in quanto riesca a mescolare perfettamente il frivolo essere melodici, piacevoli e "mi muovo sulle note cazzo"con il più cupo e difficilmente interpretabile stile canoro spesso quasi cacofonico, sempre inusuale e caratteristico di Bjork.
Prendendo ad esempio il suo ultimo lavoro, Volta, bjork riesce a far convergere spiriti musicali generalmente divergenti, inserendo tracce in cui la predominante ritmica incide sui pezzi (Earth Instruders, l'opening del disco) ed affiancandole a pezzi totalmente basati interamente su un uso della voce poeticamente protratto e caldo(The Dull Flame of Desire), per poi ricadere in tracce smodate e sfrenate al limite, come Declare Indipendence.
Solo un piccolo esempio per rappresentare un artista che agisce in questo modo da una vita.
E forse oggi il mio attaccamento a lei trova giustificazione nel fatto che io ascolto così qualsiasi cosa, passando dall'electrohouse allo psychedelic black metal più lento e catartico cambia non solo lo scopo musicale ma anche il momento emozionale, Bjork convoglia tutto questo, lo rappresenta e sigilla in dischi veramente versatili sia musicalmente che emozionalmente.
Si, dovessi scegliere sarebbe indubbiamente lei.
Detto questo vi propongo l'ascolto di qualche suo lavoro, i più significativi ed incisivi a mio parere, buon ascolto:

Volta
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(PW Björk)

Homogenic
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Medulla
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(PW Björk)

Debut
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Opening
Chiarisco lo scopo del blog, anche se non credo ci sia moltissimo da spiegare in merito in quanto penso che oltre la discussione l'unico scopo effettivo dei blog sia proprio la virtuale esposizione di una parte di se generalmente occultata, volontariamente o non.
Detto ciò questo sarà lo spazio che mi prendo io, un pò per voi ma soprattutto per me.
Detto ciò questo sarà lo spazio che mi prendo io, un pò per voi ma soprattutto per me.
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